mercoledì 6 aprile 2011

Il bisnonno Giacomo raccontato da Giuli

Ehi bambini, venite qua, sedetevi tutti quanti intorno al mio blog... ho chiesto a Giuli di raccontarci la storia del bisnonno Giacomo, a me piace tanto, spero anche a voi...

Caro Echino, il bisnonno Giacomo era mio nonno e già dal nome si capiva quanto fosse speciale. Sai, oggi va di moda avere due nomi, Carlo Alberto, Enrico Maria, ecc. ma a quei tempi non era così usuale, accadde però che i miei bisnonni avessero idee differenti su come chiamare questo bambino e il suo papà quando lo registrò in comune diede il nome che lui aveva scelto, cioè Giacomo, che però non piaceva molto alla sua mamma e così il giorno del battesimo quando il parroco chiese: che nome date al vostro bambino? lei rispose decisa: Silvio. Fu così che il nonno si ritrovò ad avere due nomi, uno per lo stato e uno per la chiesa. 
Vedi Echino, questi sono i miei nonni, il giorno del loro matrimonio, il nonno Giacomo o Silvio e la nonna Cristina, se non sbaglio ne hai parlato tu di lei in un altro post. Sono belli vero? Lui mi diceva sempre che aveva sposato la ragazza più bella del paese e guardando questa foto è difficile dargli torto. A me è sempre sembrato un uomo innamorato della sua sposa il nonno, non so dirti se fosse solo una mia impressione, ma è comunque una bella sensazione da portarsi dentro per la vita. 
I ricordi che ho di lui sono dolci come la mia infanzia e gialli, come i pulcini che comprava in primavera, la sua stagione preferita. Erano piccolissimi e pigolavano dentro agli scatoloni e io impazzivo di gioia a guardarli, poi quando diventavano galline, smettevano di interessarmi. Il nonno è poi un profumo di salsa al pomodoro che ribolle dentro un enorme pentolone su un fuoco acceso nel giardino, né io né gli altri nipoti avevamo il permesso di avvicinarci a quel pentolone, era un divieto assoluto. 
Quando incontravo il nonno, dopo aver fatto i capricci, magari al mattino per vestirmi, come fai anche tu Echino, lui mi guardava serio e mi diceva: ho sentito un gatto che sgnaulava questa mattina, tu l'hai sentito? Sapevo bene che quel gatto frignone ero io e mi vergognavo tantissimo ad ammetterlo, ma poi lo vedevo sorridere sotto i baffi che non aveva e scappava da ridere anche a me, allora rispondevo: mi sa che sono stata io, ma non ho fatto apposta nonno!! 
Ecco, qui i miei nonni sono molto più anziani, dimmi un po' Echino, non sembrano ancora innamorati, come nella foto che ti ho mostrato prima? 
Il nonno non amava l'inverno, passava le domeniche alla finestra della cucina a contare le auto che salivano verso l'Alpe Devero e la Val Formazza e poi tornavano indietro, a sera, verso Milano. Mi sa che si annoiava molto! Oppure ascoltava il giro d'Italia alla radio, quello gli piaceva tantissimo, ma a me sembrava ancora più noioso del contare le auto. 
Indossava dei mutandoni lunghi e una canottiera a maniche lunghe di lana e quando la notte lo vedevo attraversare il corridoio per andare in bagno mi sembrava un fantasmino di passaggio. Amava tantissimo la primavera, sembrava risvegliarsi anche lui, poteva tornare in giardino, fare qualche lavoretto e si divertiva di più. Non credere però che, passato il freddo, togliesse mutandoni e canottiera di lana, se li teneva anche in estate perché, diceva sempre: ciò che tiene fuori il freddo, tiene fuori anche il caldo! A me sembrava strana questa teoria, ma lui era così saggio che non potevo mettere in dubbio la sua parola, però io i mutandoni di lana non li ho mai portati.
Le riconosci queste Echino? Sono le figlie del nonno. La zia Clori, quella piccina e la tua nonna Adri, quella che ti prepara le marmellate di fragole e ti cucina tanti piatti prelibati.
Il nonno aveva una vecchia 500 e quando avevamo bisogno ci portava su e giù da Domodossola. Che dormite mi facevo su quella macchinetta, la velocità di crociera era molto bassa e io mi sentivo cullata sul sedile posteriore. Era così vecchia quella macchina che sui finestrini cresceva il muschio e la nonna Cristina si avvolgeva le gambe dentro una copertina di lana perché diceva che dal fondo saliva una brutta aria fredda. Ho sospettato per anni che fosse aperta e che il nonno usasse i piedi per spingerla come facevano i Flinstones nel cartone animato.
Anche in queste foto i nonni sono con la mia mamma, da piccola e poi da grande. Il nonno era ingegnoso, da giovane faceva il capomastro e durante la guerra aveva inventato un aggeggio per spremere le olive e ricavarne l'olio, fu una bella invenzione che gli permise di non far patire la fame alla sua famiglia. A proposito di mangiare, c'era una regola ferrea a tavola con il nonno, non si poteva discutere; parlare sì, divertirsi anche, ma per arrabbiarsi o litigare bisognava trovare un altro momento che non fosse quello del pranzo o della cena. Potrei scrivere per ore di lui, ma poi magari ti annoio. Ti mostro l'ultima foto della tua nonna Adri e ti racconto un ultimo fatto, poi magari un'altra volta te ne parlo di nuovo.
Guarda com'era carina mia mamma con questo cappottino di raso rosa, non sembra una bambolina?
E visto che parliamo di bambini ti racconto ancora questo. Quando io aspettavo il mio primo bambino, non di cartoncino, come sei tu, il nonno Giacomo morì. Per me fu molto difficile perderlo, avrei tanto desiderato che vedesse il mio cucciolo, ma la mia pancia era ancora molto piccola quando lui se ne andò, in silenzio, senza fare rumore. Sfogliando il calendario intorno alla data presunta del parto, scoprii che il 25 luglio era S. Giacomo e decisi che il mio bambino sarebbe nato quel giorno. Lo dissi anche a qualcuno perciò ci sono dei testimoni. Arrivati oltre la metà di luglio, il ginecologo dopo una visita mi disse: se questa notte hai dei dolori, vieni che induciamo il parto. Io lo guardai e risposi: Ma non è ancora il 25! Credo che mi prese per matta, ma non disse nulla. Non so se la forza del pensiero sia così potente, so solo che una mattina persi le acque e corsi in ospedale, non fu un parto facile, ma non avevo paura perché sapevo di non essere sola. Edoardo nacque il 25 luglio 1991 - San Giacomo -

5 commenti:

  1. Come diceva quest'inverno Vittorino Andreoli, bisogna far parlare i bambini dei loro nonni perché sono il loro passato. Bene, io ora aspetto i vostri racconti sui nonni, bimbi, con tanti bei disegni da pubblicare sul blog. Che ne dite?

    RispondiElimina
  2. Più affascinante di una favola!!
    Ivana Marangon

    RispondiElimina
  3. Ciao Echino, il mio bambino Giacomo ti manda questo acrostico:

    Fantasia e
    Entusiasmo è giocare in
    Libertà.
    Insieme agli amici
    Chiacchiero contento.
    In famiglia ho
    Tanta voglia di far scherzi
    A' papà.

    RispondiElimina
  4. Grazie Giacomo!! Lo sai che hai un bellissimo nome e sei bravissimo a scrivere? Me lo mandi anche un bel disegno???
    Una capriolina affettuosa per te e un bacino sul nasino.
    Echino

    RispondiElimina