sabato 6 agosto 2011

Gnomi e gnome. Alpe Devero - Favole a spasso nel Parco 2011

Ciao ragazzi!! Vi do solo un piccolo anticipo degli gnomi che ho incontrato a Crampiolo, Alpe Devero. Ditemi se non sono meravigliosi...





giovedì 4 agosto 2011

Rito propiziatorio per venerdì 5 agosto 2011

STREGA DEL LAGO
SPOSA DEL MAGO
UN FAVORE TI CHIEDO
E PER FARLO MI SIEDO
SPAZZA VIA LE NUBI VENERDI'
FALLE TORNARE MARTEDI'
OPPURE MERCOLEDI'!!!


lunedì 1 agosto 2011

Un racconto di Nives Cordelia e Laura Poli

M’onna & M’onna
in: collana “Storielline rotonde a due mani”

Vado a VADO
“Dove vai? ... piccola Pallina di vetro che corri per le strade del mondo?”
“Vado a Vada. Ho sentito dire che è un bel posto dove andare. Mah!
… ora che ci penso…vado a Vado e lì incontrerò il cerchio, il
quadrato, il triangolo e il pentagono, i miei amici del cuore. Sono pronta!
Detto fatto e fatto detto, vado a Vado come ho detto!”
Così e vadì Pallina di vetro si incamminò rotolando alla volta di
C’era una volta… un paese di nome Vado.
Finché la strada fu dritta tutto andò dritto…anzi, tutto ruzzolò bene bene, ma ad un certo punto, Questo, le strade cominciarono ad essere tante, tre a destra, quattro a sinistra e poi una curvava e un'altra in tanti altri bracci si dipanava. Allora, Pallina di vetro si fermò e pensò:
“Vado a Vado di qua o vado a Vado di là?”.
E pensa che ti ripenso, alla fine decise di andare a Vado dilà perché Dilà era la stradina più in discesa e più rotolona. Ci si era appena incamminata che Dilà le disse:
“Altolà! Di qua non si passa!!! Per andare Dilà bisogna avere i pattini a rotelle perché Dilà è il paese delle ruzzole e dei ruzzoloni”.
Così Pallina di vetro si mise alla ricerca di una bottega di articoli sportivi e ruzzola che ti riruzzola… finalmente vide un’insegna luminosa e rotonda con su scritto “Qui si vendono rotelle”.
Pallina di vetro entrò, anzi, rotolò dentro alla bottega, si provò tanti pattini a rotelle, ma un paio in particolare le calzava a pennello, anzi a rotello, perciò tirò fuori un bel soldino di vetro lucente dal suo borsellino rotondo di vetro lucente, li comprò, li indossò e rotolò e via come il vento alla volta di Dilà.
Ruzzola ruzzola, rimbalzò su un ponte che ponteggiava da Diqua a Dilà e infatti se ne stava tutto inarcato, con le zampettine davanti…diqua e le zampettine di dietro… dilà. Sotto a quel ponte inarcato scorreva il fiume Dilalà e dall’ acqua limpida e azzurra si scorgevano i suoi azzurri piedini rotolini che zampettavano zampettavano per arrivare fino al mare. Che affascinante visione!
Pallina di vetro rimase lì un po’ incantata e poi pensò:
“E’ il mio momento! Ma come faccio se rotolando, rimbalzo sempre Diqua e non rimbalzo Dilà?... “Devo escogitare qualcosa!”
Pensa che ti ripenso e ruzzola che ti riruzzolo si ricordò di avere con sé il suo rotondo fischietto di vetro. Fischiettando fischiettò note rotonde e armoniose e, in men che non si dica, arrivò ad ali spiegate un bellissimo gabbiano… Pallina di vetro si aggrappò ai suoi unghiellini rotondi e veloce veloce arrivò Dilà.
Pallina di vetro era felice! Che bel paese!
Tutto era di vetro e di specchi, vetri e specchi in quantità! … perfino gli alberi avevano foglie e frutti di vetro e di specchio e d’argento e tante altre palline di vetro rimbalzavano qua e là sui loro pattini a rotelle.
Prima di rotolare verso Vado, Pallina di vetro decise di starsene un po’ lì, in quel paese luccicante e poiché la ruzzolata le aveva messo appetito, pensò di andare a mangiare un boccone all’Osteria Dimezzo.
Perché Dimezzo? Perché era proprio al confine, nella parte Est, dove ogni giorno spunta il rotondo sole, fra Diqua e Dilà.
Pallina di vetro entrò nell’Osteria e, se non fosse stata attenta, sarebbe ruzzolata, perché una stanza pendeva per diqua e un’altra pendeva per dilà. Allora lei pensò:
“Beh! Se devo andare a Dilà mi siederò a quel tavolo, laggiù, nella stanza dilà, così farò prima, una volta che mi sarò sfamata.”
Di lì a poco arrivò Pallino, un cameriere molto cortese, con due occhi brillanti come diamanti di grande valore, le presentò il menù e ammirandola, aspettava la sua ordinazione.
Pallina di vetro lesse e:
“Mmmm… vorrei… mmmm… ecco…. “ , ma non sapeva nemmeno lei cosa volesse perché era come stregata dagli occhi brillanti di Pallino.
“Se posso darle un consiglio”, disse Pallino guardandola con
ammirazione, “le suggerirei il piatto Dilà, un meraviglioso impasto di D stufate, I scottate nell’aceto e poi impanate e dorate, L in salamoia e tante A farcite come contorno”.
“Oh sì!”, rispose Pallina, che sotto quello sguardo brillante brillava tutta pure lei e sembrava d’argento, “deve essere un piatto favoloso!... mmm… però e melò, se è troppo caro, non me lo posso permettere perché ho soltanto un soldino di
vetro nel borsellino… ormai!”
“Non si preoccupi”, le rispose Pallino, “sono il cameriere, ma anche l’Oste padrone rotondo della rotonda Osteria Dimezzo e, se permette, vorrei che fosse mia ospite, perché lei è molto graziosa e se accetta, mi renderà felice!”.
Pallina di vetro, presa dalla fame e da quegli occhi così lucenti, annuì inclinando la sua bella rotonda testolina di vetro.
In un batter d’occhio, Pallino sparì rotolando sui suoi pattini argentati e dopo poco ritornò con un grande rotondo vassoio di vetro con su il buon piatto Dilà. Tutta emozionata Pallina di vetro cominciò a mangiare quel cibo squisito cucinato con tanto amore e servito con tanta gentilezza. Mentre mangiava sorseggiava anche una deliziosa bevanda con tante bollicine di vetro che uscivano a fontana da un prezioso bicchierino di vetro. Certo, Pallina di vetro non poteva staccare lo sguardo dagli occhi di Pallino che continuavano a guardarla affascinati.
Purtroppo però, si fece tardi e arrivò l’ora di ripartire. Pallina di vetro salutò Pallino che non sapeva staccarsi da lei, a malincuore le aprì la rotonda porticina di vetro e fino a quando non l’ebbe persa di vista, la salutò sventolando il suo bianco rotondo fazzolettino di vetro.
Pallina di vetro, dopo ruzzolate e ruzzolate e rotoloni e rotoloni,
finalmente arrivò a Dilà, un grazioso paese di vetro. Che meraviglia!... e che sorpresa! Tutti erano nella piazza di vetro e pareva che la stessero aspettando, tanto erano pronti con doni di ogni genere… c’era pure la banda del paese che cominciò a suonare note cristalline che si innalzavano verso il cielo, arrivando a stuzzicare le nuvole con tintinnii che si sentivano fino ai confini del mondo.
Il Comitato di accoglienza la invitò a rifocillarsi alla più famosa
Osteria del paese, Osteria Ladilallà. A Pallina di vetro non parve il vero e … sorpresa fra le sorprese … chi c’era dentro l’Osteria?
Pallino!
Oh! Pallina di vetro non credeva ai suoi occhi e dalla contentezza cominciò a rotolare, ruzzolare, rirotolare, riruzzolare da una parte all’altra dell’Osteria ed era tanto felice!!! Così felice come non lo era mai stata. Anche Pallino era felice! Fu apparecchiato un grande tavolo di vetro, con candelabri di vetro, piatti e posate d’argento e tanti camerieri che, giocosi, servivano ballando su pattini ruzzolosi di vetro. Che bella cena!...e come era gustosa!... Pallina di vetro voleva
che tutto ciò continuasse all’infinito,…ma…le stelle cominciarono a brillare in cielo come tanti cristalli e si fece notte. Pallina di vetro si sentiva preoccupata, anche perché le
tornò in mente che il suo viaggio non era finito, doveva arrivare a Vado. Come fare? Pallino la vide un po’ pensierosa e lei gli confidò il motivo della sua ansia. Lui, così buono e generoso le disse:
“Tranquilla! Non temere! Ci penso io.”.
Pallino sussurrò al vento magiche parole, ma Pallina di vetro capì soltanto: “Scendi, scendi, ruzzola di qua per partire da Dilà.”
Nel cielo si accese una scia luminosa, era una strada fatta di cristalli… era Luna rotolina che ruzzolava verso la Terra, destinazione Dilà.
Luna rotolina arrivò in quattro e quattrotto, parcheggiò la sua carrozza di cristallo proprio all’ingresso dell’Osteria Ladilallà; una stellina di vetro, vestita in frack e con tanto di cilindro di vetro, inchinandosi, distese un grande tappeto rosso davanti ai piedini rotolini di vetro di Pallina di vetro.
Pallina di vetro, in punta di rotelline, rotellò saltellando sulla scia di quel grande tappeto che pian pianino, volinvolino, via via che ci rimbalzava sopra, si sollevava leggero leggero, tanto che a un certo punto, Questì, si trasformò in un rosso tappeto volante che la portò dolcemente in volo verso il paese di…Chissà…
E volavolavola, ecco che finalmente Pallina di vetro, scorse in
lontananza, acciambellato come un gatto su una collina rotonda, un piccolo paese tutto rotondo, con tante casine rotonde abbracciate fra di loro e una chiesina rotonda con un campanile anch’esso rotondissimo che abbracciava tutte le casine e poi…un bosco che circondava la collina e attorno al bosco… un lago azzurrissimo perfettamente rotondo, con tanti pesci rotondi e colorati che facevano il girotondo in quel lago così rotondo. Mentre Pallina di vetro, con gli occhi di vetro
luccicanti di emozione, ammirava tutte quelle meraviglie, il tappeto, planinplanin, dolcemente planò, fece ruzzolare delicatamente Pallina di vetro a terra, poi si arrotolò su se stesso con un gran sospiro e sbadigliando si mise a dormire.
Pallina di vetro, convinta che quello fosse il paese di Vado, rotolò allegramente verso la Signora Stradina Maestra che l’accompagnò per la manina al Signor Ingresso Principe e Principale del Paese; arrivata in cima, si trovò davanti una porta rotonda sopra la quale era scritto:
RESTAQUI.
“Come?.”, si chiese Pallina di vetro, “…allora questo non è Vado?”
“No”, le disse la Signora Stradina Maestra, “Ma se il tuo destino ti ha portato qui a Restaqui, vedrai che avrà avuto le sue buone ragioni”.
In effetti, Pallina di vetro, da quando aveva conosciuto Pallino, non aveva più tanta voglia di andare a Vado a trovare il cerchio, il quadrato, il triangolo e il pentagono, i suoi amici del cuore, ma sentiva dentro di sé la curiosità di visitare Restaqui e le rimbalzavano dentro la testina rotonda le parole della Signora Stradina Maestra “Se il tuo destino ti ha portato qui…avrà avuto le sue buone ragioni”.
Eccome!!! Erano ragioni rotonde perché… una volta entrata, sullo sfondo della piazza rotonda c’era una scritta “Osteria di Restaqui”.
Come sempre, presa dalla fame, entrò e chi c’era! Il cameriere, anche Oste padrone dell’Osteria Restaqui, Pallino.
Pallino l’accolse con un grande inchino e la fece sedere ad un tavolo rotondo dove c’era un gran ben di Dio! Pallina di vetro si sedette, mangiò e si addormentò. Cullata dal tintinnio dei pendagli di cristallo che pendevano dal grande lampadario rotondo in mezzo alla grande sala rotonda, Pallina di vetro si ritrovò in una notte di sogni brillanti, luccicanti e rotondissimamente rotondi!
La mattina seguente si svegliò al tintinnio di tante palline rotonde che picchiavano ai vetri rotondi della camera rotonda dove Pallino l’aveva portata amorevolmente in braccio. Pallina di vetro era proprio felice!, e pensava: “Io resto a Restaqui…e Pallino, com’è bello e gentile… i suoi occhi così brillanti e perfettamente rotondi!”.
Pallina di vetro si preparò svelta svelta, uscì per le strade e roterellava roterellava… voleva vedere ogni cosa…chiunque incontrasse le sorrideva, la salutava, le faceva gentili e rotondi inchini. Pallino la raggiunse e stava al suo fianco per proteggerla e per soddisfare ogni sua richiesta.
Pallina di vetro era contenta, però non sapeva cosa fare e cominciò a immalinconirsi:
“Resto qui a Restoqui o vado a Vado?”
Pensa che ti ripenso, restaqui che vadolì, improvvisamente le venne un’idea:
“Devo interrogare Pallino.”
Così, visto che era accanto a lei come sempre, si girò e gli disse:
“Devo farti alcune domande!”
“Sì” , le rispose, “A tua disposizione”.
Fissarono di incontrarsi nel pomeriggio all’Osteria Ladilallà.
Arrivò il momento e assieme a lui arrivarono puntuali anche Pallina di vetro e Pallino; entrarono nell’Osteria, si sedettero a un tavolo rotondo dove tanti camerieri pallini avevano già preparato due bei bicchieroni rotondi, pieni fino all’orlo di una buona bevanda di succo di fragola. I due rotondamente sorseggiavano e brindavano. Tutti e due erano imbarazzati… si guardavano negli occhi rotondi e… si toccavano le manine rotonde e i piedini rotondi poi, prima di farsi prendere dalla
troppa emozione Pallina di vetro disse:
“Senti Pallino! Noi siamo rotondi, ma non pensi mai a come vorresti la forma di una tua nuova casa?”
“Come un pentagono!”, rispose lui.
“E come vorresti che fossero i mobili nella tua casa?”
“Come quadrati!”
“E le finestre, come vorresti che fossero!”, chiese ancora Pallina di vetro.
“Come tanti tanti triangoli”, rispose Pallino, senza esitazione.
Pallina di vetro allora sbottò in una grande rotonda risata e davanti alla meraviglia di Pallino disse:
“Questo, proprio questo è il paese dove dovevo arrivare… e qui ho trovato i miei amici del cuore, l’amico speciale sei tu, Pallino, rotondo… e brillante come le stelle e l’argento. Insieme, noi ruzzoleremo e rotoleremo tra gli spigoli del quadrato, del triangolo, del pentagono”.
Pallino non stava nel suo rotondo cerchio dalla gioia!
Da quel momento Pallina di vetro e Pallino cominciarono un viaggio insieme e come era bello ruzzolare e rotolare tra le stradine rotonde di Restaqui e poi… com’era bello rientrare alla sera nella casa più spigolosa del mondo!
Lì si chiamava Restaqui, ma in realtà era Vado, perché Vado è nel cuore, in ogni cuore rotondo che sa custodire gelosamente e rotondamente tutte le cose belle che, se pur spigolose come il quadrato, il triangolo, il pentagono, contengono la rotondità!!!
Stretta la Foglia
Larga la Via
Dite la Vostra!...
… e con Noi?
Rotolate sulla giostra!

domenica 31 luglio 2011

Il mio amico Fluke e la futura guardia forestale

Ciao bambini, questo è il mio amico Fluke, un cagnolone buono e pacifico, che nuota come un delfino anche nei laghetti gelidi di montagna e all'occasione si trasforma pure in cane pastore.

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Quello vicino a Fluke invece è il mio amico Filippo che da grande vuole fare la guardia forestale e io credo proprio che, vista la sua passione per la natura e gli animali, sarebbe un'ottima guardia!!
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Questi sono Fluke e Leda, credo ci sia del tenero tra di loro. E' per lei che Fluke si trasforma anche in cane pastore, va ad aiutarla a recuperare le mucche e poi si fanno insieme un sorsetto di acqua alla fontana. Del resto al cuor non si comanda, lo dicono tutti!! 
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Fluke, pur di fare colpo su Leda, si è fatto immortalare con un cappello da cowdog. Dite che ce la farà a far sciogliere il cuore della sua amata?
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