lunedì 5 maggio 2014

Alla Fabbrica di Carta presentazione di Mi specchio in te e Chiamarlo amore non si può

Si può parlare di identità di genere ai bambini? E la violenza di genere, la si può raccontare ai ragazzi? Queste le domande che ci siamo posti nella presentazione di questi due libri della Casa editrice Mammeonline
L'editoriale del libro/giornale Mi specchio in te.
Cari lettori e lettrici,
 torniamo a voi con tanti nuovi articoli, giochi, interviste, recensioni e servizi, ma con una veste diversa. Echinella ed io abbiamo voluto trasformare il giornale in un libro/giornale, per essere più completi, più eleganti e per raggiungervi in tutte le librerie. Il filo conduttore, questa volta, è l’identità di genere: Io maschio/Tu femmina, Io femmina/Tu maschio, come scrive il mio amico paleo-erpetologo, il Dott. Massimo Delfino. Perché Echinella ed io abbiamo voluto affrontare questo tema? Perché crediamo che solo nel rispetto reciproco possiamo costruire un mondo migliore, perché siamo certi che il confronto, il dialogo, ma soprattutto il conoscersi sia fondamentale per crescere serenamente. La nostra speranza è che possiate sempre inseguire i vostri sogni, senza che nessuno abbia a distinguere quali siano adatti a voi e quali non lo siano, in funzione del vostro essere maschi o femmine.
Libertà di pensiero, libertà di sogno, libertà di essere! Questo è il nostro motto, ve lo regaliamo.
Con affetto,
Echino ed Echinella
Simonetta Valterio (a sinistra nella foto) della Cooperativa La Bitta ha illustrato il progetto Giù le mani! Ronnie Bonomelli, psicologo, ha introdotto i libri e condotto la presentazione con interessanti domande. 

 La mia canzone. Cliccate per ascoltarla su youtube.


 Maria Giuliana Saletta, autrice, ha presentato i due progetti e letto alcuni brani tratti dai due libri.
Dal racconto di Laura Novello C'è sempre una scelta.

Qualcosa è cambiato.
Più tardi, sdraiata sul suo letto, il sonno che tarda ad arrivare,
Bianca indugia su nuovi pensieri. Chi ama desidera la tua felicità.
Chi ama vuole che tu sia pienamente te stessa. Chi ama ti lascia libera.
Chi ama non dà con lo scopo di ricevere, ma per la gioia di dare.
Questo è l’amore che desidera Bianca. E, solo pensandolo,
un sorriso spontaneo sorge sulle sue labbra.
Bianca farà l’audizione ed entrerà all’Accademia di Londra.
Bianca uscirà a mangiare quella pizza con Matilde e molte altre
cose cambieranno nella sua vita.

Pesce dolce Pesce

Sono stati premiati, domenica pomeriggio, alle 17.00 presso la Fabbrica di Carta, i bambini e le classi partecipanti al concorso Pesce dolce Pesce, promosso dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola.

Sorrisi stupiti all'arrivo di Echino, che ha salutato i bimbi e si è fermato a complimentarsi personalmente con tutti i piccoli artisti e scrittori. Ecco, dunque i vincitori: categoria 3-5 anni, miglior disegno Astrid Maria Lux; categoria 6-7 anni, miglior testo letterario Bruno Bernabei, categoria 8-10 anni: miglior testo letterario, Avarino Valeria e Silvia. Sono inoltre state premiate la classe 2° della Scuola Primaria M. Peron di Verbania, la pluriclasse 4° e 5° della Scuola Primaria di Feriolo e la Scuola dell'Infanzia sempre di Feriolo.
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Il testo di Bruno Bernabei
Avarino Silvia classe 5
LA TROTA VITTORIA
C'era una volta una trota di nome Vittoria, che viveva sotto una roccia.
Un giorno la trota Vittoria andò sulla riva del lago e lì vide un signore che pescava: il signore la
vide e si avvicinó.
- Ciao! Io sono il pescatore Luigino -.
- Ciao! Io sono la trota Vittoria e vivo in fondo al lago sotto una roccia.
- Io invece vivo in una casa nel bosco- disse il pescatore.
I due dopo aver chiacchierato un po' diventarono subito amici.
- Vuoi venire a casa mia a vivere?- disse lui.
La trota rispose: - Si certo , a casa mia si sta scomodissimi: a proposito a casa tua c'è una
poltrona?- -SI, ce ne sono tre- rispose il pescatore.
- Vado a prendere una boccia a casa, aspettatemi qui - disse il pescatore mentre si allontanava.
- OK, ti aspetto- rispose lei.
Dopo cinque minuti la trota vide in lontananza il pescatore che arrivava.
- Eccomi, salta dentro e andiamo- disse il pescatore.
- Subito!-rispose lei .
Arrivati a casa il pescatore appoggió la boccia sul tavolo e andò a riempire d'acqua l'acquario.
- Ecco a te la tua nuova casa - disse il pescatore indicando l'acquario.
- Bellissimo! C'è anche la poltrona che avevo chiesto!- urlo' di gioia la trota.
- Io vado a preparare la cena, cosa preferisci tra pizza, patatine fritte, pasta e würstel?- chiese al
pescatore alla trota.
- Gradirei la pizza con patatine e würstel- rispose la trota.
- Ok, e da bere? Acqua naturale o frizzante? Oppure preferisci la birra?-
- Mmm... Sono indecisa, ok ho scelto! Prima la birra e poi tre bicchieri d'acqua. Dopo aver cenato
sia il pescatore che la trota erano stanchi e perciò andarono a dormire. Il giorno dopo il
pescatore notó che Vittoria stava male e allora decise di portarla dal dottore. Arrivati allo studio il
dottore visitó subito la trota e chiese al pescatore se aveva mangiato o bevuto qualcosa di
strano.
- La mia amica ieri sera ha bevuto una birra poi siamo andati a dormire e stamattina l'ho trovata
così.- il dottore guardó Luigino è stupito disse: - Ma lei sa che la birra é veleno per i pesci???-
- No dottore, le giuro che non lo sapevo.-
- Mi spiace ma non c'é guarigione per la sua amica tra qualche giorno morirá- Luigino scoppió a
piangere e andò a casa. Rimase per tutto il giorno a letto a piangere. Il giorno dopo si alzó e
andò da Vittoria e come per miracolo vide che la trota si era ripresa. Luigino era felice e pieno di
gioia. La trota però stava per fargli una triste confessione.
- Luigino, io so perché sono stata male ieri. Non é stata la birra a farmi male, ma la nostalgia. Io
con te sto benissimo, ma mi manca la mia famiglia e vorrei tanto tornare a vivere nel lago.-
- Sono molto affezionato a te Vittoria, ma capisco la tua situazione e farò ciò che tu vuoi.-
- Ti prometto che tutti i giorni verrò a riva a salutarti e a farti compagnia mentre peschi.-
- Va bene Vittoria- Il pescatore prese la boccia e riportó la trota nel lago. Vittoria ritrovó la sua

famiglia e visse felice e contenta senza mai scordarsi di passare a salutare il suo amico Luigino.




Avarino Valeria classe 5
I PROVERBI DELLA SIGNORA TROTA
Un giorno la signora pesce uscí dall'acqua per andare al mercato.
In città' incontro' Luigi, una trota come lei, che non vedeva da tanto tempo e gli disse:- Ciao Luigi
come stai? Volevo invitarti a cena questa sera! Accetti?-
Luigi rispose:- Grazie, io sto bene e comunque accetto! Ci vediamo questa sera!
Finito di parlare la signora pesce corse subito a fare la spesa e compró:
calamari, seppie, gamberi, gamberoni, patate, zucchine, pomodori, cipolla, aglio, olio, farina e
zucchero.
La signora pesce finita la spesa corse subito a casa per cucinare.
Arrivo' la sera, alle 7.00,all'ora decisa, Luigi arrivo', la signora pesce lo fece entrare e lo fece
accomodare, si sedettero a tavola e inizio' la cena.
Intanto che mangiavano la signora pesce inizio' a dire:- Lo sai Luigi, da quando sto con gli uomini
sento spesso che nominano noi pesci per fare dei paragoni o ci usano per dire dei proverbi.-
-In che senso amica? Spiegati meglio, non capisco.-
- Ad esempio se gli uomini devono tenere un segreto dicono dovrai essere muto come un pesce;
oppure quando un umano é in difficoltà e non sa quale decisione prendere dice di non saper che
pesci pigliare.
- Davvero?! Come mai gli umani non inventano modi di dire con protagonisti esseri umani?-
- Non lo so Luigi, ma senti un po' non è finita qui. Quando sono imbarazzati o in una situazione
non a loro familiare dicono di sentirsi come un pesce fuor d'acqua; quando qualcuno viene
trattato male dice di esser stato preso a pesci in faccia oppure se é innamorato si dice che ha gli
occhi da pesce lesso!
- Mah che strani questi umani!-
- Ho sentito dire anche non fare il pesce in barile, buttarsi a pesce su una cosa interessante e non
essere né carne né pesce!
- Ma insomma questi umani non ci lasciano proprio stare! A quel punto era ora del dolce, la
signora trota presentó una bellissima cheesecake con panna e fili di cioccolato. Arrivarono le
dieci e per Luigi era ora di tornare a casa. Luigi promise alla signora trota di informarsi sui
proverbi che li riguardavano e che l' avrebbe invitata a cena a breve.









Arena Sofia 2^
I pesci nel Grande Fiume
Nel grande fiume c'erano l'anguilla, la carpa, il luccio, il persico, lo storione e la trota.
Vivevano in santa pace. C'era un gran silenzio in quel fiume.
Purtroppo un giorno arrivó il Pesce Rumorone e spaventó tutti gli abitanti del Grande Fiume.
Il Pesce Rumorone tutto il giorno faceva rumore, gli altri pesci non avevano mai sentito tutto quel
rumore tanto che dovettero scappare sulla terraferma.
Finché il Pesce Rumorone non se ne fosse andato loro sarebbero rimasti lí.
Intanto il Pesce Rumorone sentendo tutto quel silenzio nel fiume se ne andó.
I pesci tornarono nel fiume però il luccio chiese :- Se il Pesce Rumorone tornerà ancora cosa
faremo?-
-Scapperemo nuovamente- disse la carpa.
- Non é giusto, non si può andare avanti così- disse lo storione.
- E allora che cosa dovremmo fare?- chiese la carpa.
- Lo dobbiamo affrontare.- rispose lo storione tutto sicuro di sé.
- E allora andiamo- disse il luccio. I pesci andarono dal Pesce Rumorone , gli chiesero di
partecipare alla loro riunione per decidere come sistemare la situazione. La riunione si fece
sabato, arrivó il Pesce Rumorone che disse : - Ho pensato a lungo e ho deciso di andarmene e
di lasciarvi in pace nella vostra quiete. Addio per sempre amici.- Gli abitanti del Grande Fiume
ora erano sollevati e potevano vivere felici e contenti.
Il pesciolino nel laghetto
(filastrocca)
Pesce pesciolino,
che sei così piccino,
che nuoti nel laghetto,
ti faccio uno scherzetto
e se riesco io ti pesco e ti metto dentro al cesto
per portarti a casa mia,
farti friggere dalla zia
e mangiarti in un boccone;
ma essendo un tenerone,
ti ributto nel laghetto
che sei ancora piccoletto.
Tommaso
Lorenzo Oddina 4^
Il pesce Avventuriero
C'era una volta un pesce chiamato Avventuriero che voleva trovare nuovi amici e allora decise di
andare al lago.
Lí trovó una barchetta con dei pesci allora, con gran cautela, entró, ma subito i pesci lo presero in
giro dicendo :- Pesciolino, vai dalla mammina, qui ti potresti fare molto male- e il pesce bullo fece
vedere i pugni.
Avventuriero scappó via terrorizzato inseguito dai pesci bulli, nuotó più che poteva, con tutta la
forza che aveva in pinna.
Riuscí fortunatamente ad arrivare a casa e la mamma vide che aveva una branchia nera, allora
spaventata chiese :- Cosa ti é successo figlio mio?-
- Mi hanno picchiato-
- Chi?- chiese la mamma.
- Quelli del lago. Ero andato laggiù per trovare nuovi amici e invece ho trovato dei pesci bulli.- la
mamma disse ad Avventuriero che bisognava accontentarsi di quello che si ha e che bisogna
stare molto attenti al giorno d'oggi.

Pesce dolce pesce
Ecco qua tanti pesciolini
Alcuni grandi e altri piccolini.
C'è la trota fario
Cn macchie nere e arancio
Contornate da cerchio bianco.
C' è lo spinarello
Con pinne affilate come un coltello.
C' è il vairone
Piccolo, grazioso e buon amicone.
C' è la rotella sfortunata
Non come l'alborella argentata.
C'è il latterino
Il più carino e piccino.
C' è il siluro preoccupato
Delle uova che ha appena fecondato.
C'è la savetta con il labbro affilato
Che fa compagnia al carassio dorato.
C'è lo storione
L'anticone
Che nell'antica Roma aveva grande considerazione
Ritenuto una prelibatezza
Non lodato per la sua bellezza.
C'è l'anguilla rintanata
Che non ama esser disturbata.
C'è il tremolo
sempre in competizione
questa volta molto arrabbiato
Con il pesce gatto punteggiato.
C'è per ultimo il luccio
Nella sua acqua pulita
E così la filastrocca è finita.
Matteo Lupo 1^
Alberto Tassera 1^
Sofia Arena 2^
Giada Lavarini 2^
Beatrice Tedeschi 3^
Ines Rizzi 3^
Lorenzo Oddina 4^
Silvia Avarino 5^
Valeria Avarino 5^
Denise Falco 5^

"La trotella” di Federico Maria Lux

Una trotella e il suo amico tritone decisero di fare una spedizione,
scesero ruscelli  cascate e torrenti così giunsero al lago sorridenti,
ma un luccio cattivone se li voleva mangiare in un sol boccone,
allora la trotella e il tritone presero insieme un grosso bastone, 
e lo suonarono sul muso di quel brutto bestione, 
così vissero tutti felici e contenti tranne il luccio senza i denti.