giovedì 14 luglio 2011

Sabati creativi all'Alpe Devero.

In attesa della Strega Fiorina e delle sue favole, cominciamo a riscaldarci con i laboratori creativi del sabato pomeriggio all'Alpe Devero. Questo sabato il primo appuntamento con Marta e Giuli, vi aspettiamo!! Appuntamento alle 14.30 presso l'ex albergo Cervandone di Devero.

lunedì 11 luglio 2011

Echino aiuta il comitato mamme ossolane con una fiaba. Aiutatelo anche voi, unitevi tutti alla loro lotta e parlate di loro.

Echino sta facendo la nanna nel suo lettino della casetta sui monti, lui ama sognare: sta aiutando il pastore a pascolare le mucche e poi a mungerle e nel sogno fa mille capriole. Ma all'improvviso un tuono brontolone lo fa saltare sul letto, entra nella stanzetta del sottotetto, senza nemmeno chiedere permesso.
“Svegliati Echino, non puoi dormire, non vedi quanto è triste e arrabbiata la Montagna?”
“Che succede, signor Tuono? Stavo facendo un bel sogno perché mi è venuto a svegliare?”
Echino si guarda intorno, ancora mezzo addormentato. In effetti la Montagna è davvero triste e arrabbiata, le sue lacrime sbattono frenetiche contro i vetri delle finestre e dal cielo scendono raffiche saettanti, che a brevi intervalli illuminano anche il suo letto.
Il Tuono brontola ancora forte: “ La stanno pugnalando alle spalle, ecco perché fa così. E' ferita gravemente e teme di non potersi più riprendere.”
“E io che posso fare per lei? Dimmi, presto, aiutami a capire!”, chiede Echino.
“Tu non sei forse un bambino giornale? Ti dai tante arie in giro. E allora fai il tuo lavoro, vai a vedere che succede nella città di Domodossola e poi facci sapere.”
“D'accordo, lo farò!”
Ormai l'alba è calata in mezzo ai monti e la cameretta è illuminata da quella luce naturale e un po' assonnata del primo mattino.
Echino si veste in fretta e corre verso la città, che tutti in Italia conoscono perché la D è per tutti quella di Domodossola, dalle Alpi fino in Sicilia. Si guarda in giro, da buon giornalista e all'inizio non vede nulla, poi però si accorge che sulle porte del punto nascite dell'ospedale e del country pediatrico c'è appeso un grosso cartello con scritto: CHIUSO!
Echino ora capisce il perché di tanta tristezza e rabbia e, impugnato il suo matitone, cerca con forza ma, ahimé, inutilmente di cancellare quell'orribile scritta, che davvero è una condanna per la Montagna e per i suoi bambini.
Poi affranto e con un senso di impotenza nel cuore, va dalla madre di tutti noi, cittadini e montanari, perché la Montagna non è solo dei valligiani, ma è rifugio, dono e ricchezza anche per chi vive in città e le dice: “Ho provato a salvarti, ma non sono riuscito a fare granché, dimmi tu, cara madre, cos'altro fare...”
La Montagna lo guarda dritto negli occhi, gli accarezza il ciuffo e poi sottovoce sospira con grande fatica: “Scrivi, Echino! Fai conoscere a tutti la mia sofferenza. Le parole, a volte, hanno il grande potere di aprire anche i cuori più duri, i cervelli più ottusi. Io ho bisogno dei bambini, sono il futuro di tutti noi, sono l'anima del mondo. Guai a chi li tocca!! Scrivi...”