sabato 18 dicembre 2010

La prima intervista è per la mia mamma illustratrice: Elisa Squillace

Alpe Devero - Parco naturale

Elisa e Giuliana

Bruno e Rosi (proprietari della Casa Fontana)
www.casafontanadevero.it

Uno dei quadri di Elisa


Elisa Squillace, illustratrice, ha studiato all'Istituto Europeo di design a Milano e ora vive e lavora a Ghiffa. Domenica 5 dicembre è stata inaugurata la sua mostra di illustrazioni, presso la Casa Fontana di Devero. Io l'ho intervistata per voi.

Come ti sei avvicinata al mondo delle illustrazioni?
Ero piccina quando ho scoperto di amare i libri, li sfogliavo, mi piacevano tanto i mostri e le fatine. Mi perdevo tra le pagine colorate dei libri. Poi da grande ho scoperto che c'erano persone che lavoravano con le illustrazioni e che era un mestiere, così ho deciso di provarci anch'io.

Quando ti propongono un lavoro, da cosa parti per creare le tue immagini?
Parto dalla lettura del testo e lascio correre la fantasia liberamente. Faccio degli schizzi, a volte sono dei pasticci che butto via, altre volte li vado a recuperare e magari diventano i personaggi del libro.

Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere questa carriera?
Consiglierei di armarsi di tanta pazienza, di non arrendersi mai e di non scoraggiarsi, ma soprattutto di ricordarsi sempre per chi sta disegnando, cioè i bimbi.

Quanto c'è di te in ogni tua opera?
Questo dipende dal testo: se mi piace lo faccio mio e metto molto di me, altrimenti no.

Qual è il tuo personaggio preferito? Attenta a quel che rispondi perché sei su di un terreno minato!! (Elisa è la mamma illustratrice di Viola e di Echino. n.d.r.)
Direi Viola e Echino in assoluta parità!! :-D

Ultima domanda: ti senti più Viola o più Echina?
Più Viola!!

Sgrunt!! Sono un po' geloso... :-(

Grazie Elisa per questa bella intervista!!! Una capriolina per te.  

E una filastrocca: Un libro

Un libro
Un buon libro è allegria 
perché i pensieri porta via.
Un buon libro è il calore 
di immagini e di parole.
Un buon libro è la gioia
di una giornata senza noia.
Un buon libro è l’avventura 
dentro un sogno, in miniatura.
Un buon libro è la distanza 
che percorri fermo in una stanza.
Un buon libro è la magia 
che fa viaggiare la fantasia.

Un buon libro è la dolcezza 
di mamma e la sua carezza.

Un buon libro è il bel sorriso
 del mio babbo sul mio viso.

Un indobus o rebusnello

Indovina un po'...  (2 parole: 6 e 8 lettere)

Ci si dorme la notte.                          XXXX
Il marito della regina                         XX

Avanti Cristo (acronimo)                    XX
I più fedeli amici dell’uomo               XXXX
Sigla di Torino                                   XX

Una fiaba di benvenuto: Il Signor Ronfoni

Il Signor Ronfoni

C’era una volta…
il signor Ronfoni. Un uomo cicciotto e tondo come una palla da calcio. Viveva in una casetta con un piccolo giardino, tondo, come lui. Era gentile e cordiale, salutava sempre tutti con un gran sorriso, ma aveva un terribile difetto. Siccome viveva da solo e si annoiava parecchio, trascorreva le giornate, seduto su di una sdraio, tonda, nel suo giardino tondo, dormendo e … russando.
Intorno alla sua casa, tutti si dovevano tappare le orecchie per il rumore tremendo che faceva il signor Ronfoni, quando russava. Gli uccellini, sull’albero del giardino, cadevano dal ramo spinti dal rumore. Lila, la cagnolina della vicina, si copriva la testa con un cuscino per non farsi scoppiare i timpani. I bambini indossavano i caschi da sci e poi urlavano per parlarsi perché non riuscivano più a sentirsi; gli adulti giravano con le dita nelle orecchie e… non era un gran bello spettacolo!
Di notte poi non cambiava nulla, perché il signor Ronfoni dormiva: di giorno in giardino... e la notte nel suo letto… sempre russando come una motosega.
Ronf, ronf, ronf, ronf….
Accipicchia che grosso problema era il signor Ronfoni!
Gli uccellini, la Lila e i bambini decisero che era ora di trovare una soluzione. Aspettarono che il signor Ronfoni si addormentasse nel suo tondo giardino. I bimbi scavalcarono la tonda staccionata, portando tutti i loro libri di fiabe e li posarono intorno alla tonda sdraio, poi si nascosero dietro le piante. A quel punto Lila cominciò ad abbaiare con tutto il fiato che aveva in gola e gli uccellini si misero a cinguettare il più forte possibile.
Il signor Ronfoni fece un salto sulla sua sdraio tonda, che si ruppe e lo fece cascare per terra in mezzo ai libri di fiabe, naturalmente svegliandolo.
Che succede? pensò Ronfoni, che subito vide tutti quei libri. Un grande sorriso si allargò sul suo viso tondo, prese in mano un libretto colorato e cominciò a leggere ad alta voce.

C’era una volta...

I bimbi, piano, piano, uscirono dai loro nascondigli e andarono a sedersi attorno al signor Ronfoni, per ascoltare la fiaba. Arrivò anche la Lila e gli uccellini, finalmente, poterono stare seduti tranquilli sul ramo dell’albero. Il signor Ronfoni, felice, leggeva e leggeva; finito un libro ne iniziava un altro, perché i bimbi dicevano: - Ancora uno, per favore! –
E così trascorse tutta la giornata. Alla sera si salutarono con la promessa di rivedersi il giorno dopo.
La notte - sorpresa delle sorprese! - il signor Ronfoni era così contento, che sognò di leggere e non ebbe il tempo di russare, così tutti poterono dormire tranquilli.
Lila strizzò l’occhio agli uccellini, contenta della brillante idea che aveva risolto il problema.