mercoledì 22 agosto 2012

Il moschino innamorato (fiaba sull'accento)


Era una notte buia e quasi tempestosa, per rinfrescare l'aria Echino decise di aprire la finestra della sua cameretta ma, non volendo far entrare falene e moschini, spense tutte le luci. La notte entrò felice dentro la casa; con il freddo che fa sempre in montagna, in genere, viene lasciata fuori e deve accontentarsi di sbirciare attraverso il vetro in compagnia della sua amica luna.
Echino sedeva davanti al suo computer, le mani correvano veloci sulla tastiera perché ormai le lettere erano stampate sulla memoria dei suoi polpastrelli.
C'era anche un moschino curioso che gironzolava tra i monti quella sera. Accortosi della finestra aperta, attratto dalla luce fioca del monitor del pc, decise di volare dentro la casa per vedere più da vicino quel piccolo bambino fatto di cartoncino. Osservò il suo ciuffo ribelle, il suo vestito di giornale e il suo sorriso allegro e poi, già che era lì, fece un giro di perlustrazione intorno a quell'aggeggio strano e luminoso. Le letterine e i numeri lo guardavano perplessi dalla tastiera e si domandavano se quell'essere volante fosse un segno di punteggiatura o altro. 
-          Secondo me è una virgola! – disse la lettera A
-          Ma no, non vedi che è un punto esclamativo? – rispose seria la lettera Z prima di piombare in un sonno profondo… ZZZZZZZZZZZZZZZZZ!
D'un tratto il moschino restò affascinato da qualcosa che gli sembrò di una bellezza strepitosa. Il suo piccolo cuore cominciò a battere vertiginosamente per l'accento che stava tranquillo sulla lettera E.
L'amore, si sa, è cieco e anche quella volta lo fu!
Il giovane moschino attese un attimo di distrazione del bambino giornale e, più veloce di una saetta, scese in picchiata sulla tastiera e rapì quella che credeva potesse diventare la sua dolce amata, la sua metà, l'altra faccia del suo cielo.
Rubando l’accento sulla lettera E sparirono automaticamente dalla tastiera anche tutti gli altri accenti (non state a chiedervi il perché, serviva per la storia questo particolare e comunque, nella vita, non è che si deve sempre sapere proprio tutto!!).
Quel che accadde poi fu un vero delirio! Le storie di Echino cominciavano con un senso e... finivano a testa in giù.
Fu così che un comò si trovò a girare per le strade di Como spaesato e impaurito.
E un uomo sicuro di sé cominciò a mettersi in discussione da solo:
-          E se così non andassi bene? – si domandava. – Se non fossi poi così speciale? –
Un parà si trovò nella porta di una grande squadra di calcio con tutti gli spettatori sulle tribune che gli gridavano :
-          Para! Para!! –
Ma lui, che non lo aveva mai fatto in vita sua, non sapeva da che parte cominciare e fece perdere la squadra, con grande disappunto dei tifosi infuriati.
Intanto il moschino innamorato stava dichiarando il suo eterno amore all’accento, che lo guardava perplesso e anche un po’ seccato.
-          Ma che ti è saltato in mente di rapirmi, stolto di un moschino! Non lo vedi che sono un accento? Non posso stare qui con te a guardare la luna. Io ho una carriera importante. Con me le parole acquistano un certo tono, loro hanno bisogno di me. Non posso certo scappar via dalla tastiera quando mi pare e piace. Altrimenti chi portò, diventa un porto e chi saltò, si trasforma in un salto.
Il moschino ci restò male, ma capì di aver preso un grosso abbaglio e riportò l’accento dentro la casetta di montagna sulla tastiera del pc. Le letterine organizzarono una festa danzante e Echino ricominciò a scrivere storie con la testa sulle spalle, anche se, per la felicità si fece una serie infinita di caprioline.

P.S.: Voci certe raccontano che il giovane moschino innamorato dell'accento abbia poi incontrato una moschina carina e sia ora felicemente sposato.

7 commenti:

  1. P.S. per le maestre: guai a voi se fate sottolineare ai bambini tutte le parole con l'accento!! Una fiaba va letta e ascoltata, al massimo vi do il permesso di far disegnare loro la storia, ma solo se poi mi mandate i disegni da pubblicare sul mio blog... :-D

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  2. Ah Ah Ah Echino, ma come ti viene in mente che le maestre fan sottolineare le parole con gli accenti?? ehehheheeh.........Giammai!!Noi maestra mai lo faremmo!!!! *-* eh eh eh
    Prometto solennemente che non farò sottlineare gli accenti e che leggerò la fiaba solamente, posso almeno commentarla con loro??;-))
    Comunque questa fiaba è carina carina, Bravo Echino!

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    1. due errori di distrazione: maestra=maestre
      sottlineare= sottolineare

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    2. Evviva! Anche le maestre sono distratte, non solo noi bambini!! :-)))

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    3. Oooookey!!! Ti permetto di commentarla insieme ai bambini, ma solo perché sei tu Mariuccia! :-D

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  3. Fu così che un comò si trovò a girare per le strade di Como spaesato e impaurito.
    :-))))))))))))))))))))
    mi piace molto!!!!!!!!!!!!!!!!!

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