giovedì 3 marzo 2011

Il baule dei ricordi. Fiaba

C’era una volta…

Una bambina, con lunghi capelli neri, lisci come spaghetti e lucidi come la seta, aveva gli occhi di un marrone molto scuro ed uno sguardo che chiedeva risposte ai suoi tanti perché. Indossava un vestito rosso a fiori, stretto in vita con un bordo di pizzo bianco sul petto e in fondo alla gonna; era molto fiera di quell’abito così speciale e stava andando a fare visita ai suoi vecchi nonni.

Vivevano in una grande casa con i muri di pietra molto spessi, ed il tetto in piode, e con un lungo poggiolo in legno, dove il nonno passava le sue giornate seduto, godendosi il tiepido calore del sole autunnale e i colori caldi e intensi della stagione.
La bimba entrò di corsa nella grande casa, aprì la porta della cucina al primo piano, salutò con un bacio la nonna che preparava il pranzo e si diresse canticchiando al piano di sopra, verso il poggiolo.
 “Ciao nonno, come va?” chiese.

Bene grazie, e tu?” rispose il nonno, e le offrì delle noci e delle castagne, che prese dalle cassette di legno, dove erano state messe, per farle essiccare al sole.
Il nonno era un uomo alto e magro, con i capelli bianchi e due occhi azzurri un po’ velati dall’età, ma con uno sguardo ancora molto profondo. Prendeva due noci tra le mani e ne rompeva il guscio per dare il gheriglio da mangiare alla nipotina, intanto parlavano, mentre dai prati lì intorno arrivava il suono cadenzato dei campanacci delle mucche, e lo spruzzo allegro dell’acqua nella fontana.
 Posso chiederti una cosa nonno?” chiese la bambina.
Anche due, se sono in grado di risponderti, piccola peste!” disse il nonno ridendo, ben sapendo che non sempre era facile soddisfare le richieste della sua nipotina.
Cosa c’è in quel baule impolverato, su nella soffitta?” domandò lei curiosa.
Davvero vuoi saperlo? Vieni andiamo ad aprirlo insieme.” disse il nonno.
La vecchia soffitta era piena di oggetti, accumulati negli anni e poi dimenticati; ma quel vecchio baule imponente aveva veramente un’aria misteriosa. Il nonno disse alla piccola che quello era il baule di tutti i suoi ricordi e che, per apprezzarne il contenuto, era necessario chiudere gli occhi e concentrarsi sugli odori che ne sarebbero usciti.
Appena il nonno sollevò il coperchio, una quantità mista di odori e profumi invase l’aria, era difficile distinguerli uno dall’altro e facevano girare la testa tanto erano intensi.
Poi, lentamente, la bimba cominciò a sentire il prevalere di uno: era un odore forte di cenere e di polenta fumante e di castagne cotte. “Questa è la mia infanzia..” disse il nonno, “… eravamo tanti fratelli e non c’era molto da mangiare: si coceva una polenta molle, molle nel paiolo appeso al camino e si bolliva qualche castagna. Ho ancora la sensazione della pancia vuota, che di notte brontolava.”
Che forte nonno… e questo profumo di lavanda e rose a chi appartiene?” chiese la bimba.
Questa è tua nonna, quando l’ho conosciuta, era la ragazza più bella del paese e io le ho chiesto di essere la mia sposa.” La bimba riuscì a vedere nella sua mente il nonno giovane, con il vestito della domenica e un mazzo di rose di campo in mano, che camminava sicuro verso una giovane donna. Era davvero bella la nonna con quello sguardo felice e innamorato!
Nonno sento un profumo delicato di sapone di Marsiglia e borotalco.”
Sono le nostre figlie: tua madre e tua zia.” disse lui.
C’è però anche un odore strano, di terra e di pianto, non capisco cosa sia, nonno.”
Era tuo zio, il nostro primogenito che non sopravvisse ad una polmonite.” rispose il nonno.
Non sapevo che fosse esistito questo bambino. E’ un ricordo triste, vero nonno, per questo tu e la nonna non ne parlate mai.”
Proprio così, piccola!” rispose lui.
E questo odore aspro, di caffè e vino? Mi sembra di poter sentire tanta gente parlare, discutere, ridere; cos’è nonno?”
E’ l’osteria che abbiamo aperto io e la nonna, dopo la guerra, quando tua mamma e la zia erano ragazzine; poi c’è stata la bottega, vendevamo di tutto: farina, zucchero, granaglie…”
Non è stata una vita sempre facile la tua, vero nonno?”
No, non lo è stata; ma sono felice di averla vissuta, intensamente e con passione. Spero che anche tu, un giorno, possa avere un baule pieno di profumi e ricordi. Se vuoi però che sia speciale, non negare mai le tue emozioni e non smettere mai di sognare!” disse il nonno, richiudendo il vecchio baule impolverato.




 

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