giovedì 9 giugno 2011

Una fiaba vera, quella di Francesco Canale.

Caro Echino, oggi voglio raccontarti io una fiaba, posso?   
Ieri sera guardavo la tv con mia figlia Sami, c'era il programma Invincibili su Italia 1 e insieme siamo state attratte dalla prima storia. Arrivata la pubblicità lei è andata a nanna e io sono rimasta sulla stessa rete. Sento Marco Berry cominciare a parlare di un artista, un pittore che dipinge con la bocca perché è focomelico. 
Tu lo sai cosa significa questa parola difficile, Echino? Significa che questo ragazzo è nato senza braccia e senza gambe. 
L'inizio di questa storia mi ha riportato indietro nel tempo, a parecchi anni fa, quando Stefano, mio marito, era il giovane sindaco di un piccolo paesino di montagna.
In quegli anni si cominciava a parlare di tagli e accorpamenti nelle scuole e sui nostri monti il problema si sentiva molto forte perché la gente che vive nei piccoli paesi di montagna è ovviamente molto poca rispetto alla città e quindi anche i bimbi che frequentano la scuola sono pochi. Pensa che in Valle Formazza, dove ho insegnato per un anno, alla scuola primaria mancava la classe prima, in seconda c'erano quattro bambini; in terza, quarta e quinta - che insieme formavano una pluriclasse - c'erano in totale quattro alunni. 
In alcuni casi è possibile e anche logico accorpare le scuole, ma quando i bimbi hanno mezz'ora o più di viaggio con lo scuolabus su strade strette e impervie, magari a rischio valanghe in inverno, beh, tu mi capisci che tutto diventa più complicato.
Di fatto quel giovane sindaco testardo decise di fare un comunicato stampa e un appello a famiglie con bambini per chiedere loro di trasferirsi nel nostro piccolo paese.
Famiglia Cristiana fece un articolo, venne a fotografare scuola, insegnanti e paese.
Dopo qualche tempo Stefano ricevette una telefonata e poi un paio di visite da parte di una famiglia che certo era molto particolare.
Elena, la mamma, era una donna molto dolce e piena di una vitalità contagiosa. Gianni, il papà, un uomo pacato, riflessivo.
Stefano volle che anch'io li conoscessi e gliene sono molto grata. Ci raccontarono la loro storia, una scelta di vita per niente scontata. Avevano deciso di dedicarsi agli altri e in modo particolare ai figli. 
So a cosa stai pensando Echino, ormai ti leggo nel pensiero: e che c'è di strano in questo? tutti i genitori lo fanno.
Sì, quasi tutti, ma loro di figli ne hanno avuti tanti.
Due figlie biologiche. E' un termine brutto ma significa che sono nate dalla loro unione. Una delle due purtroppo morì in un incidente d'auto (se ben ricordo). La prima bambina che adottarono aveva una grave cardiopatia e anche lei volò presto in cielo, poi questi due instancabili genitori adottarono Francesco, un bimbo focomelico che era stato abbandonato alla nascita e dopo qualche anno un altro bimbino con la sindrome di Down, non ne ricordo il nome. 
Sai com'è, sono un po' vecchina e ho la memoria corta. Lo dico io prima che sia tu a dirmelo!! :-D
Elena e Gianni in una delle loro visite portarono anche i loro due bimbi a vedere il paese. Francesco era alle medie e, a quei tempi, era indeciso se frequentare un liceo artistico o un istituto agrario, che qui da noi c'era. 
Ricordo che Francesco era molto silenzioso, ma la cosa che mi colpì di lui furono gli occhi, pensai che quel ragazzino aveva il mondo lì dentro. Non avevo mai visto in tutta la mia vita degli occhi così espressivi, profondi, come un lago alpino, come il mare in burrasca, trasmettevano emozioni grandi, insondabili. 
Purtroppo, per una serie di cose, non fu possibile il loro trasferimento e io pensai che il nostro paese aveva perso un'irripetibile occasione di vivere accanto a persone davvero speciali.
Sai Echino, io rispetto le idee di tutti, anche se a volte non le capisco. Ad esempio non comprendo come si possa essere atei, non credere in nulla al di sopra di noi. Perché, vedi, nel mondo ci sono delle meraviglie che fatico a pensare possano essere nate per puro caso. Non importa poi in chi si creda: Dio, Allah, Budda o altro, ma esistono persone che riflettono, secondo me, una grandezza, una gioia e una bellezza che penso si avvicini molto all'immagine del divino. Non credi?
Questa famiglia, nella sua disarmante semplicità, ne era per me la conferma. 
Per un po' restammo in contatto poi ci perdemmo di vista, ma ho spesso ripensato a loro e raccontato questa storia, che avevo avuto la fortuna di incontrare per un puro caso.
E' stata una  piacevole sorpresa ieri sera scoprire che quel ragazzino ha poi optato per il liceo artistico ed è diventato un artista, che è sposato e ora vive a Lecce. 
La sua mamma mi aveva lasciato il curriculum vitae che lui si era scritto, oltre ad un bellissimo racconto che ancora conservo gelosamente. Sai cosa c'era scritto tra le tante altre notizie di sé?
"Sono felice di essere nato!"



Guarda Echino, ho trovato il progetto che Francesco e la sua mamma mi avevano mandato con gli auguri. Non so se sia stato realizzato, spero di sì perché era bellissimo.


Questo è Francesco Canale, se ieri sera non lo avete sentito raccontare la sua storia, potete ascoltarla qui o andare a cercarlo su you tube, vi assicuro che ne vale la pena. Vi do la mia parola! 
Ciao Echino, ciao bimbi, un bacio grande. Giuliana

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