lunedì 21 marzo 2011

La goccia



C’era una volta una piccola goccia d’acqua che, lasciata la pancia della sua Mamma Nuvola, partì verso la terra.


Non sapeva bene cosa avrebbe fatto laggiù. Tutto ciò che le avevano raccontato era che, per diventare grande, doveva fare questo lungo viaggio.


Scendendo dal cielo la piccola goccia sognava…
Guardando il mondo dall’alto vide una grande macchia blu. Sarebbe stato bello diventare un mare: grande, profondo, con tanti pesci e barche.


Mamma Nuvola sarebbe stata fiera della sua piccola goccia!
Poi scorse una macchia rossa. E se facessi il pompiere? Pensò la piccola goccia.


Indosserei un bell’elmetto e la divisa. Diventerei un eroe, forse potrei ricevere anche un premio o una bella medaglia d’oro.
Una macchia gialla attirò la sua attenzione. Era un bel campo di mais. 

Che c’è di meglio nella vita che dar da bere ad una gialla pannocchia, farla crescere e vederla diventare una gustosa polenta? Sarebbe un grande onore per una piccola goccia.
I suoi pensieri furono distolti da un’enorme macchia bianca.


Forse potrei trasformarmi in fiocco di neve. Diventare un pupazzo o una tonda palla da lanciare. E se poi la palla di neve colpisce il vetro di una finestra e lo rompe? Ohi, ohi… Mamma Nuvola non sarebbe affatto contenta di me!
Alla fine vide una macchia grigia. Ma dove sto finendo? Pensò la goccia.

Non voglio andare là dentro: è brutto e triste! Non sarò mai un grande mare, né un valoroso pompiere… Che penserà di me Mamma Nuvola? Ma non poteva fare nulla per cambiare il suo destino, quindi chiuse gli occhi e si rassegnò.


Quando li riaprì, capì di essere finita in una grossa pozzanghera sulla strada della scuola. 

I bambini coi loro ombrelli colorati e gli stivali di gomma si divertivano a saltare dentro la pozzanghera e a schizzarsi.
La piccola goccia, sentendo ridere i bimbi, si divertiva tantissimo. Saltellava di qua e di là insieme agli schizzi e, attraversata dai raggi del sole, splendevano in lei i colori dell’arcobaleno.

Anche Mamma Nuvola rideva e dall’alto salutò fiera la sua piccola goccia.

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Questa è una fiaba scritta tanti anni fa da mamma e che fu premiata nel concorso Una favola per sognare. Isabella Darioli fu così carina da illustrarla per la presentazione alla prima edizione di LetterAltura, il festival di letteratura di montagna.


1 commento:

  1. Sia io che mamma ringraziamo Isa per averci permesso di utilizzare le immagini anche sul blog!! :-D

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