martedì 27 marzo 2012

Lo sciopero del sole - fiaba con disegno da colorare -

In un tiepido giorno di primavera il sole stava facendo capolino dietro una montagna e si divertiva a riscaldare i pensieri delle persone che si affrettavano per raggiungere l'ufficio, la scuola o il negozio per comprare il pane.
Di tanto in tanto origliava qua e là un pensiero perché, a dirla proprio tutta, anche il sole è curioso come i bambini.
Brrrrrrrrrr, che freddo! Questo sole non è ancora abbastanza caldo...
Uffffffffff, che caldo! Sto sudando, questo sole non è normale, troppo caldo per la stagione...
Mhm, che fastidio! Il riverbero dei raggi mi acceca...
Ehi, ma possibile che debbano sempre essere scontenti? pensò allora il sole. Mai una volta che ti facciano un complimento, che apprezzino ciò che fai. In inverno non li scaldi abbastanza, in estate li scaldi troppo, nemmeno nella mezza stagione li rendi felici, c'è sempre qualcuno che brontola. Ma adesso basta! Gli darò una bella lezione, così impareranno ad apprezzare ciò che hanno. Eh, perdincibacco!!!
Fu così che il sole dipinse un grosso cartello con la scritta SCIOPERO, si calò un cappello enorme sugli occhi e andò a nascondersi dietro la montagna.
Riuscite a immaginare ciò che accadde? La primavera tornò a essere fredda come l'inverno e piovosa: pioveva di giorno, di notte, a merenda e a colazione. Le piante che stavano germogliando si richiusero in se stesse, in attesa di tempi migliori.
La gente non capiva cosa stesse succedendo. Aveva freddo e voglia di rivedere i colori allegri della primavera, ma il sole sembrava proprio scioperare.
Un giorno Federico, un bimbo di appena sei anni, uscì in giardino sotto la pioggia con il suo ombrellino, deciso a parlare con il sole.
“Ehi, signor sole, dove ti sei nascosto? Ti devo parlare. Non ne possiamo più di questo tempo. Abbiamo bisogno di te, sei così bello e caldo e colorato. I grandi ti vogliono e noi bambini ancora di più!”
Il sole capì che con il suo sciopero aveva punito anche chi non aveva colpa e un po' si sentì imbarazzato, ma si ricordò anche del motivo per cui aveva preso quella difficile decisione.
“Hai ragione Federico, dovrei tornare, lo so. Mi sono tanto arrabbiato perché giù lì da voi, sulla terra, sono tutti sempre pronti a criticare e, ahimè, poco propensi a parlare per gratificare.”
“Che significa gratificare?” chiese Federico.
“Sì, scusa è un termine difficile. Significa dire alle persone ciò che ci piace di loro, di quel che fanno. Capisci?” rispose il sole.
“Eccome se capisco, capita spesso anche a noi bambini, credo sia una malattia che colpisce le persone quando diventano grandi. E allora che facciamo?” chiese il bimbo.
“Direi che posso smettere di scioperare ora, a volte basta una favola per far riflettere le persone, che ne dici Fede?”
Il bimbo sorrise e chiuse l'ombrello, la pioggia andò a riposarsi, il sole buttò via il cartello e accarezzò i capelli del bimbo con uno dei suoi raggi.


1 commento:

  1. E' una fiaba piacevolissima!!!!!!!! Sei davvero molto bravo, Echino!!
    Tanti complimenti anche a Elisa Squillace per il disegno da colorare!!
    Ivana Marangon

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